mercoledì 24 ottobre 2012

i miei grandi amici

Ciao a tutti!
Scusate se è da un pò che non scrivo ma ero molto impegnata con i compiti. Volevo ringraziare tutti per avermi sostenuto e vorrei dare un grande abbraccio a tutta la mia classe che sono stati loro l'incoraggiamento più grande che mi ha fatto andare avanti.


 

Siamo in attesa che ci dicano qualcosa, sperando che siano buone notizie. Io credo che loro hanno capito cosa voglio e mi hanno detto che secondo loro ero stata molto più convinta. Li ho detto che se mia madre ce la fà a mettermi su un aereo e portarmi via io scappo più veloce che posso e me ne vado da lei. Ho anche alcune amiche americane che mi sostengono in questa cosa, infatti, questa grande discussione non è tra l'Italia e l'America ma tra me e mia madre. Come hanno detto i giudici io oramai sono grande e quindi anch'io posso dire il mio papere sulla situazione. L'avvocato di mamma voleva che si prendesse una decisione (totalmente decisa da loro): "la bambina ritorna immediatamente a New York e toglieremo tutte le cause a carico del padre." .....Il giudice non ne voleva sapere....
Ora stiamo solo aspettando ma gli incoraggiamenti sono sempre utili.... continuate cosi!
Grazie a tutti,
Cecilia Placidi

lunedì 15 ottobre 2012

Le cose assurde di cui si arrabbiava

Oggi è un'altro giorno. Sono stata bene a scuola con tutti i miei amici. Io mi chiedo perchè mia madre non mi vuole lasciare qui quando sa che sto bene... e poi me lo ricordo.... è perchè vuole avere ragione, perchè non vuole che qualcuno le dica di no.
Non capisco il suo ragionamento.... Dice che vuole quello che è meglio per me, ma se le dico quello che voglio dice che non sono io che parlo...
Lei non mi ascoltava nemmeno quando ero a New York davanti a lei senza mio padre in giro. Una volta mi ha chiamato quando ero in camera a fare la lezione (una delle poche volte che me l'avevano data) e io li ho detto che non potevo perchè dovevo finire... lei si è arrabbiata e quindi sono andata di là. Sono arrivata nella stanza e ho notato che il motivo per cui mi aveva chiamato era perchè dovevamo rompere l'uovo di pasqua e perchè era un momento importante di famiglia... (cioè che dovevamo stare insieme, però solo quando lo diceva lei).
Mentre mi sedevo mi sono impigliata nella tovaglietta e l'uovo è caduto, ma nemmeno troppo forte solo sul tavolo, e mi sono alzata per rimettere in piedi l'uovo e lei mi ha cercato di dare uno schiaffo. Meno male avevo l'uovo in mano che mi ha aiutato a parare la manata... Li ho urlato e volevo andare in camera e rinchiudermi dentro ma sapevo ce sarebbe andata peggio e quindi sono rimasta lì a guardare che aprivano un uovo di cioccolata fondente, che le avevo detto di non prendere perchè a me non piaceva.
Lei non mi ascolta nemmeno per le cose più semplici da ricordare... Ecco perché io voglio stare con mio padre...
E voi dovete aiutarmi a combattere....

                                                                                                                         Cecilia Placidi

sabato 13 ottobre 2012

i giorni di solitudine

Io mi ricordo che quando ero in America e uscivo da scuola, non ci davano mai compiti, chiedevo sempre alle mie amiche se avevano qualcosa da fare, qualche volta no e quindi si stava insieme fino all' ora di cena oppure  camminavo con loro mentre loro andavano a casa. Se però non potevo stare con nessuno allora per sprecare tempo, perche se andavo a casa non c'era nessuno con cui stare e niente da fare, camminavo da sola, con la musica nelle orecchie, dalla mia scuola a casa, dalla 77 alla 125, cioe' 48 strade, che sono 2 miglia e arrivavo a casa che era sempre vuota...

Sono stata sola in quei giorni e quando arrivavo a casa era sempre vuota... Qui invece sono sicura di non essere mai sola. Ho sempre qualcuno con cui stare e molto probabilmente è anche sempre qualcuno della mia famiglia.
Io volgio stare qui perchè non posso sopportare la solitudine. Infatti, quando vivevo in America, dipendevo solo dalla musica.

mercoledì 10 ottobre 2012

lei non mi crede

Oggi era un'altro giorno di scuola... sono stata bene e ho fatto anche delle foto con i miei amici.... ho scherzato e mi sono divertita. A New York ero sola e si avevo degli amici ma nessuno con cui stare o parlare a casa, infatti cercavo sempre di stare fuori da casa il piu possibile cosi non ero sola... Quando io dico a mia madre le mie ragioni lei non ci crede e io piu che spiegarli perchè non so cosa fare e quindi siamo arrivati al punto dove io devo fare resistenza fisica verso lei.
Non mi sembra giusta l'idea che una ragazzina (io) debba chiedersi se sua madre è davvero sua madre perchè tutti dovrebbero essere certi di questo e pensare di no non è normale... Io le ho detto anche qesto ma come tutte le altre cose che li ho detto, non mi ascolta. Io scrivo perchè è un modo per avere la opinione di tutti su questa situazione. Questo blog è anche un modo per sfogarmi perchè non mi sembra che nessuno mi ascolta...
Chiunque legge scrivete quello che pensate e fatemi vedere che a voi interessa, o almeno che voi mi avete ascoltato... tutti devono saperlo e tutti devono sapere perchè stò combattendo!
Cecilia Placidi

martedì 9 ottobre 2012

Il mio desiderio

Oggi sono andata a scuola. Ho detto a la mia amica che un giorno si dovrebbe studiare insieme. Li ho detto che se un giorno ero da mia nonna poteva venire anche lei. mi piaceva questa idea e era parte della mia vita normale ma poi mi ricordo di questa vicenda e di come mia madre non mi vuole ascoltare e mi rendo conto che devo stare attenta a quello che faccio. Se io, per esempio, voglio andare fuori con i miei amici devo sempre stare attenta e chiamare papà quando mi sposto e mi rendo conto che una ragazza con una vita normale non lo farebbe. Mio padre mi dice sempre che se io vado a New York avrò una vita normale e serena dove posso andare in giro con i miei amici senza preoccuparmi e magari prima era cosi ma ora se io ritorno là mamma mi terebbe sempre accanto a lei. Magari è vero che li ci starei senza dovermi preoccupare di quello che faccio però sarei molto triste e preferisco stare con la mia famiglia e un pò di difficoltà che con nessuno e la tristezza totale.
Spero che questa storia aiuti anche voi a risolvere un vostro problema o ad avere un'ispirazione.


Cecilia Placidi

lunedì 8 ottobre 2012

Introduzione

Sono Cecilia Placidi e vi voglio raccontare la mia storia. Durante quest'estate ho chiesto a mio padre di venirmi a prendere a New York e ho organizzato tutto e siamo partiti. Da quel momento mia madre ha iniziato a stressarmi tutti i giorni. Quando le dicevo perche volevo stare qui, lei rispondeva che non era la mia voce o io che parlavo. Vi racconterò ogni cosa di me cosi che più persone possibili possano sapere la mia storia. continuate a seguirmi e a raccontare la mia storia a tutti....
Mi serve il vostro aiuto.

Cecilia Placidi